Intervistiamo Ettore Brusatori, Architetto, Light Designer, e candidato alle Elezioni dell’Ordine degli Architetti di Milano del 2017
Raccontaci di te…
Sono nato nel 1961 a Milano.
Amo leggere libri di ogni tipo e riviste, spesso d’epoca. Sono da sempre appassionato di Aeronautica cosa che mi ha portato a diplomarmi in Costruzioni Aeronautiche. Altro? La fotografia, le auto e le moto d’epoca, il Rugby che ho praticato per 10 anni e la Boxe. Per anni, si può dire passione, ho fatto volontariato col 118, col 115 e con la Protezione Civile, per la quale sono stato in Abruzzo nel 2009.
Laureato nel 1987 ho subito lavorato in grandi multinazionali dell’ illuminazione occupandomi di grandi impianti luce, design, allestimenti, risparmio energetico, comunicazione e didattica.
Nel 1995 mi sono iscritto all’ordine e iniziato la libera professione. Ho scritto per anni per riviste come Ufficio Stile, Modulo, Progetto Energia.
Ho anche insegnato ad un Master del BEST del Politecnico di Milano “Illuminazione di Opere D’arte e Monumenti”.
Nel 2004 ho svolto gratuitamente l’attività di consulente per tre comitati di quartiere per osteggiare tecnicamente alcuni scellerati progetti edilizi regionali comunali. Due progetti sono stati bloccati definitivamente, uno rivisto, . Gli iscritti ai comitati mi hanno chiesto di candidarmi, così nel 2006 sono stato eletto consigliere di Zona 5, un area sia cittadina che agricola comprendente parte del parco sud con circa 136 mila abitanti.
Cosa ti ha spinto a scegliere la via dell’Architettura?
A 17 anni lessi “Artista come mestiere” di Bruno Munari, mi affascinò la figura del Designer, quasi un maestro Zen. Poi con gli studi ho iniziato ad amare si le grandi opere che l’Architettura Sociale
Di cosa ti occupi?
L’attività principale è sempre stata la realizzazione d’impianti dl’illuminazione; che seguo dalla progettazione alla produzione e messa in opera. Ma anche di ristrutturazioni, e pratiche edilizie.
Chiariamo sono un architetto come tanti che come tanti di questi tempi si arrabatta per arrivare a fine mese.
In cosa si differenzia il tuo approccio?
Ho sempre unito creatività a rigore tecnico, ampia scelta di tecnologie d’avanguardia e risparmio energetico. Qualità che può esprimere solo un professionista, non un azienda.
Affidabilità, organizzazione del cantiere e della produzione: decisa una data finale come l’apertura di un negozio stendo un calendario a ritroso con cui stabilire la fine la durata e l’inizio di ogni operazione.
Cosa dovrebbe fare l’Ordine per il professionista…
C’è chi vuole abolire gli Ordini, io li vedo ancora come una risorsa, se rivoluzionati però: demoliti e ricostruiti con criteri di questo secolo.
L’ordine dovrebbe aprirsi anche alle Matricole preparandole alla professione, cosa che non fa l’Università.
Poi dovrebbe seguire tutti: i ventenni, i trentenni, i quarantenni, i cinquantenni i sessantenni, e visti i tempi occorrerà anche con i settantenni. Ognuno in modo specifico in base alle particolari problematiche cercando sinergie utili a tutti. Per esempio mettendo in contatto studenti, o neolaureati, che cercano di fare esperienza pratica e professionisti, affermati che hanno bisogno di collaborazione o idee fresche (retribuendole!). Aiutare uno o più architetti ad aprire uno studio. Facilitare la creazione di gruppi di architetti , magari su tematiche cittadine.
..cosa fa?
Direi molto poco, soprattutto è grave che non reagisca al momento di crisi della nostra professione.
…e cosa vorresti che facesse?
1-Aprire una commissione S.O.S Architettura, per lo studio dell’allarmante odierna situazione di crisi della Professione e per la realizzazione di contromisure e manovre di aiuto.
2-Comunicare, comunicare e ancora comunicare ai cittadini che i nostri problemi sono i loro visto che agiamo come servizio alla comunità . Organizzare una campagna di comunicazione su tutti i mass media, che ci qualifichi sconfessando gli arch -fiction televisivi. Se è vero che ormai conta l’immagine, l’Architetto deve rifarsi un’immagine di prestigio.
3-Aprire gli spazi dalle 8 alle 24 a tutti gli iscritti per riunioni e gruppi di studio e lavoro.
4-Organizzare uno spazio di collegamento – videoconferenza- con Ordini e/o istituzioni di altre città, e con Inarcassa.
5- Prendere possesso della Commissione Paesaggio che deve diventare organo di controllo degli Architetti nei confronti dei burocrati e non viceversa.
6-creare un gruppo di acquisto di beni e strumenti atti alla nostra professione.
Come nasce l’idea di proporre una lista alternativa che si candidi all’Ordine? Come nasce “Architettiamoci”?
Direi da due elementi: l’immobilità dei precedenti consigli e sopratutto la loro mancata reazione alla crisi contingente, negligenza ormai criminale.
Come gli architetti di Milano hanno reagito alla proposta di incontro prima tramite social e poi tramite incontro dal vivo?
Direi bene, ci si scambia idee, esperienze, problemi, non si è più soli ma membri di un organismo, speriamo più forte, che porti profondi cambiamenti positivi per la professione e per Milano.
Quali gli obiettivi di Architettiamoci?
Penso prima di tutto la creazione di un gruppo che ha come minimo comune denominatore l’amore per l’architettura, la propria professione la città di Milano , la voglia di migliorarli. Adesso c’è l’Ordine da cambiare, poi penseremo ad altre azioni, sempre nella stessa ottica.
Link della pagina di Architettiamoci
Link per entrare nel gruppo Whatsapp
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Intervista al candidato Edmondo Jonghi Lavarini
Intervista alla candidata Caterina Parrello
Intervista al candidato Alessandro Sassi
Intervista alla candidata Laura Galli
Intervista alla candidata Paola Bettoni
Intervista al candidato Angelo Errico
Intervista alla candidata Sara Brugiotti (Sez. B)
Come, quando e dove si vota?
intervista a cura di Irriverender Architetto Bonnì,
Ufficio Stampa e Social Media Manager per la lista “Architettiamoci per Milano”
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