Ecco il programma di Alessandro Sassi, Architetto, candidato per le Elezioni dell’Ordine degli Architetti di Milano, e legato alla lista Architettiamoci. Sostenibilità, confronto con l’estero e tema dei minimi tariffari tra i temi a lui maggiormente a cuore.
Ciao Alessandro, raccontaci di te. Età, provenienza, passioni, professione.
Compio ora 45 anni, ho iniziato la professione con una buona gavetta di dieci anni senza soste in cui lo studio del dettaglio era al centro del progetto. Una lunga parentesi accademica al Politecnico mi ha poi avvicinato ai principi della sostenibilità a servizio dell’architettura, alla costruzione della città dei tempi e ad apprezzare la diversità come ricchezza nei corsi tenuti con gli studenti stranieri. Credo che l’architetto svolga uno dei mestieri più difficili, occupandosi della funzione e dello spirito della collettività oltre che del singolo individuo.
Negli ultimi anni ho lavorato e dato lavoro anche all’estero, comprendendo quanto incida lo scenario globale sulle nostre politiche che sembrano regole di quartiere in una città globale in piena guerra commerciale.
Cosa ti ha spinto a scegliere la via dell’Architettura? Di cosa ti occupi? In cosa si differenzia il tuo approccio?
Stavo per scegliere ingegneria gestionale poi l’amore per l’arte e il disegno mi hanno riportato all’architettura. Dal cucchiaio all’edificio, dal dettaglio d’arredo alla città, mi sono occupato di progetti molto diversificati come capita a molti dei nostri colleghi, con attenzione alla durata e alla sostenibilità. In francese sostenibilità si traduce “architecture durable”. Nell’approccio prendiamo spunto dalla vita. Come diceva Aldo Rossi fare architettura é immaginare la vita. Nella composizione in questo momento poniamo forte attenzione al ritmo, da quello urbano a quello armonico.
Cosa dovrebbe fare l’Ordine per il professionista? Cosa fa? Cosa vorresti che facesse?
Per rispondere ho chiesto aiuto a mio figlio Andrea di cinque anni e lui mi risponde “Solo spiegargli” e poi mi fa vedere l’ultima favola letta che parla di un drago a cui tutto il paese chiedeva come fare le cose finché lui se ne é andato sulla montagna e loro a quel punto si sono dati da fare… ecco in Italia ti dicono cosa fare (anzi direi quanto più che altro) invece di spiegarti come stanno le cose e lasciarti fare, la politica dovrebbe essere un servizio.
Minimi tariffari, un sano confronto con l’Estero….quali le problematiche di categoria finora non affrontate?
Molte mi pare, l’abolizione dei minimi tariffari ha portato seri problemi di qualità del lavoro mentre doveva portare una giusta competitività. E’ colpa di come si fanno le leggi, mai costruite con un pensiero collettivo, sempre e solo per soddisfare questa o quella categoria.
I minimi sono una risposta solo se guardiamo dentro le mura, all’estero e dall’estero ci mangiano vivi con le loro tariffe.
Finché nessuno spiegherà quanto incidono le differenze di stipendio che scendono dai 6.000 euro del nord Europa ai 20 euro del Centro Africa tutte le contraddizioni contemporanee si abbatteranno sugli italiani che si sentono inadeguati fino a farsi male da soli… on le dovute conoscenze potrebbero consorziarsi tra loro e con altre realtà estere per far fronte al mondo globale.
Le soluzioni sono due… ci lascino liberamente esposti al mondo purché ci si dica come stanno le cose e ci vengano offerti gli strumenti per reagire oppure ci lascino dove siamo ma proteggendoci con dazi e regole serie: ecco, in Italia ci espongono senza alcuna protezione e senza dirci neppure come stanno le cose.
Io sono per l’apertura e la sfida globale attivando gli strumenti che il mondo 4.0 ci offre per farvi fronte.
Come mai, tra tante liste, hai scelto “Architettiamoci”?
Ho trovato una serie di amici indipendenti dal pensiero libero, cosa che fa parte di me fin dalle ossa.
Chi altro vorresti si avvicinasse al progetto?
Tutti gli architetti, sopratutto giovani… non credo che non ci sia posto, il mondo cambierà nei prossimi vent’anni come nemmeno ce lo immaginiamo. Certo ognuno deve trovare la sua strada e non tutti devono voler fare le archi-star. Lo dice uno che si é occupato di tanti settori, dal luxury fino alla produzione di cassonetti.
Quale la visione verso giovani iscritti all’Ordine, neolaureati e Millennials?
Come dice il drago di Andrea: “Non vanno aiutati, devono fare da soli”. Tuttavia gli vanno dati gli strumenti e le conoscenze per poterlo fare. Come ho già detto si perdono anni a discutere di obblighi e norme e nel mentre nascono le App e nuovi strumenti, il mondo cambia e i taxi volano, come quelli presentati a Dubai questa estate.
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Come, quando e dove si vota?
intervista a cura di Irriverender Architetto Bonnì,
Ufficio Stampa e Social Media Manager per la lista “Architettiamoci per Milano”
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