Oggi intervistiamo Edmondo Maria Jonghi Lavarini, architetto e imprenditore, fondatore di Architettiamoci per Milano (lista che corre per le imminenti elezioni dell’Ordine degli Architetti di Milano, fondatore del progetto InfoPage (geolocalizzazione e networking di professionisti) e sognatore.
Ciao Edmondo, raccontaci di te. Età, provenienza, passioni, professione.
Ciao, 45 anni fa sono nato in un piccolo paese della val d’Ossola, sono vissuto fra la città e la montagna dove ho imparato che il modo migliore di vivere è la solidarietà e la condivisione fra vicini.
La montagna mi ha insegnato il valore della cordata e del lavoro di squadra. Amo viaggiare per il mondo ma ho la piccola convinzione che l’Italia sia il più grande tesoro da scoprire e valorizzare.
Cosa ti ha spinto a scegliere la via dell’Architettura? Di cosa ti occupi? In cosa si differenzia il tuo approccio?
La via dell’architettura è una radice che ho dentro il mio DNA, genitori, nonni e i miei più, hanno sempre avuto a che fare con l’edilizia e l’arte. Sento l’architettura come un’opera d’arte vivente che si costruisce e si vive in gruppo. Io mi occupo di ristrutturazioni e gestione di patrimoni immobiliari. Aiuto clienti e amici a valorizzare al meglio i propri asset familiari. Mi faccio aiutare da colleghi per tutti gli aspetti specializzati ai quali preferisco delegare occupandomi delle pianificazioni economiche: ho anche una laurea in Business Administration che ritengo essenziale per ogni approccio finanziario che va di pari passo con determinati investimenti immobiliari. Il mio approccio è sintetizzabile in datemi una leva e vi solleverò il mondo: il lavoro in TEAM è la migliore leva che si possa avere.
Architettura ma anche politica (nel senso di interesse per la Polis): quando e come inizi ad interessarti all’associazionismo e alla politica dell’Ordine?
Mi è sempre piaciuto condividere idee e progetti fin dalla scuola. Mi è sempre piaciuto creare un organizzazione dove, lavorando sodo, tutti si possano prendere le proprie belle soddisfazioni. Ogni associazione è un piccolo mondo dove confrontandosi si può migliorare se stessi e chi ci sta intorno. La politica e la forza delle idee sono l’aspetto più bello dell’umanità peccato sia minacciata dalla partitica…ma questo è un ‘altro discorso.
Ci parli delle associazioni culturali che hai fondato o di cui fai parte attivamente, e dei loro progetti?
Ho fondato e partecipato ad alcune associazioni no-profit con un fine prettamente culturale: dall’associazione amici dell’Arco della Pace, all’associazione amici dei navigli e altre associazioni dove la ricerca dell’architettura virtuosa è la missione dei nostri sforzi: il gruppo e la forza della partecipazione è sempre stata l’arma segreta dei nostri successi.
Cosa dovrebbe fare l’Ordine per il professionista? Cosa fa? Cosa vorresti che facesse?
L’Ordine dovrebbe essere il megafono delle richieste della categoria al fine di migliorare la fruizione del sistema architettura da parte dei cittadini: un sistema catasto/bernina che funziona male è uno stress per i professionisti e un’inefficienza che si trasforma in costi per il cittadino.
Si parla di Industria 4.0: l’Ordine oggi non ha completato il passaggio al 2.0… avrebbe bisogno di qualche innesto nuovo per ragionare elevato al futuro.
L’Ordine, specialmente quello di Milano, dovrebbe rompere un po’ gli schemi ed essere un po’ più sperimentale.
Milano dovrebbe raccogliere stimoli, ed energie italiane e metterle in pratica: ha la massa critica per essere audace.
Leggendo i programmi dei candidati delle altre province si può vedere che un 50% dei problemi sono comuni a tutti: Milano, Firenze, Roma, Catania e altre città grandi condividono problemi e possono condividere soluzioni. Altre città più piccole come Verbania, Livorno, Catania possono essere di stimolo per progetti più grandi.
L’Ordine dovrebbe mettere ordine non solo alle dispute ma dovrebbe mettere in ordine tutte queste energie che rimangono inespresse. Se si vuole che il PIL italiano cresca, pensiamo ai milioni di turisti in meno che l’Italia ha rispetto Francia e Spagna. Un’ offerta turistica che funziona passa inevitabilmente dall’edilizia e l’edilizia di qualità passa certamente dall’architettura: parlo del grande e del piccolo. Per far contento un turista non servono solo grattacieli ma piccoli interventi di agopuntura urbana che si respirano con un aperitivo in qualsiasi stagione milanese.
Minimi tariffari, formazione obbligatoria, sovrapposizione di competenze….quali le problematiche di categoria finora non affrontate?
Sebbene abbia fatto lo scientifico, ho un piacere di lettura e studio del greco antico. Il greco antico insegna che più del quando è importante il come. Aver tolto i minimi tariffari ha creato una corsa verso il basso per far prima e al minor prezzo. Tutti sanno che nulla viene regalato: il risultato che poi ci si ritrova con offerte al ribasso con qualità scadente e il danneggiato è sempre il cittadino, sia che sia in ambito pubblico che in ambito privato.
Non sono per le generalizzazioni, non tutti gli architetti sono uguali e con gli stessi skills, però ogni tanto vedendo degli scempi (le mattonelle della piazza della stazione centrale che si distruggono a guardarle?) forse è bene che qualcuno studi, si impegni di più e qualcuno controlli meglio.
Formazione obbligatoria: da sempre mi hanno inculcato il concetto che non si finisce mai di imparare, con un’offerta adeguata lo studio potrebbe diventare anche un piacere. Se poi i corsi diventassero frequenti e dal vivo si avrebbe il piacere anche di conoscere altri colleghi e questo porterebbe ulteriore giovamento alla propria professionalità. Questo periodo economicamente asfittico vede la sovrapposizione sulle competenze al ribasso. L’architettura potrebbe contribuire al rilancio italiano e allora le competenze si specializzerebbero al rialzo con la soddisfazione di tutte le professioni cugine.
Come nasce l’idea di proporre una lista alternativa che si candidi all’Ordine? Come nasce “Architettiamoci per Milano”?
Architettare è un po’ concepire, sognare, progettare: tutti siamo architetti ma insieme siamo di più.
Un Ordine partecipato e unito può farsi sentire bene in Comune, in Regione e oltre. Architettiamoci vuole essere uno stimolo alla partecipazione. L’ordine è sentito come qualcosa di distante e inutile (un esattore con le sue tasse e le sue more): L’Ordine di Milano conta più di 12.000 iscritti però generalmente vanno a votare poco più del 10% (le scorse elezioni del 2013 andarono a votare poco meno di 1500 colleghi) Alle scorse elezioni di Inarcassa, Milano non è riuscita a esprimere i propri delegati: questo è un danno enorme per tutti i professionisti. La provincia è gigantesca, difficile da gestire ma con risorse che altri Ordini si sognano. L’Ordine dovrebbe avere delle sedi distaccate più vicine al territorio. In un mondo di sharing economy il problema economico si potrebbe tranquillamente superare essendo le opportunità superiori ai costi.
Quale il ruolo dei social nella professione e nel networking del nostro settore?
Social è sharing: i miei amici agricoltori hanno capito che non serve che tutti abbiano un trattore ma è utile che ognuno possa usare il trattore con la giusta programmazione: tutti ne hanno da guadagnare.
Social è comunicazione: un tempo era difficile emergere e farsi conoscere oggi con i social ci si può far vedere in ogni parte del mondo.
Milano deve aiutare i propri architetti ad internazionalizzarsi così si elimineranno problemi di sovrapposizione minimi tariffari e di depressione economica.
Come possiamo fare un piano di formazione in cui ognuno di noi condivide le sue competenze?
Periodicamente organizzo corsi di formazione frontali: mi è sempre piaciuto andare a scuola e frequentare quotidianamente l’Università. Andare ad un corso di una giornata intera aiuta la concentrazione e contribuisce profondamente a stare al passo con i tempi. La clientela è sempre più preparata ed esigente e questo è un bene: se è preparata al il gusto della qualità e se è esigente sa spendere quel poco di più che fa bene la differenza. Ci sono molti professionisti disposti a condividere il proprio sapere: L’ordine dovrebbe facilitare l’organizzazione di corsi fra colleghi dove uno specializzato spiega le proprie caratteristiche per il beneficio del lavoro in team. Non userò mai al meglio le competenze di un esperto acustico se mi rivolgo a lui solo per le questioni burocratiche nella fretta di concludere una pratica.
Perché l’architetto è così restio al digitale e al networking?
L’architetto è un mondo: il mondo è fatto anche di fisicità. Anche se si sforzano a fare architetture immersive niente sostituirà la realtà. Ho iniziato la mia carriera professionale facendo render illuminotecnici (c’erano ancora i Pentium a fare miracoli!) Anche oggi il miglior software non potrà mai passare l’esperienza di un esempio dal vivo trovabile su una mappa!
Networking è un parolone. Gli studi giganti sono piramidali: lontani dalla nostra realtà. L’architetto è un artista a cui piace dare il proprio tocco da protagonista ed è giusto che sia così. Il bello dell’italia è fatta anche dal gesto del singolo. Dovrebbe essere la pubblica amministrazione a facilitare le possibilità di intervento. Ogni architetto è un sensore territoriale utile a rendere più bello qualsiasi contesto: e più bello il contesto è più turisti possiamo avere, l’economia ingrana meglio e ci colleghiamo ai punti detti sopra.
Come gli architetti di Milano hanno reagito alla proposta di incontro prima tramite social (WhatsApp, Facebook…) e poi tramite incontro dal vivo?
Le elezioni sono sicuramente un momento elettrizzante, candidati, supporter, curiosi, professionisti amici e antagonisti si incontrano e si scrutano. Ho fatto il gruppo architettiamoci su whatsapp per segnalare incontri dal vivo. A parte ogni tanto che devo calmare gli animi è sicuramente una bella modalità per organizzare incontri dal vivo e creare nuovi contatti fra colleghi.
Ho creato il gruppo facebook GRUPPO ARCHITETTI MILANO perché non c’era una bacheca comune dove scambiarsi idee e soluzioni: non ufficiale perché non è gestito dall’ordine ma da me che accetto colleghi solo previo controllo della presenza nell’albo: per il resto liberi tutti!
Tutte le volte che si organizza qualcosa dal vivo viene fuori qualcosa di interessnte. L’Ordine potrebbe redere sistematici e progettati questi incontri che sicuramente alzerebbero la sensazione di appartenenza e partecipazione: la crescita dei votanti alle elezioni è sicuramente un termometro del buon operato dell’Ordine. Facessi parte del consiglio spingerei al massimo ogni operazione di partecipazione dentro e fuori dall’Ordine, con altri ordini italiani e gruppi internazionali.
Cosa è il progetto InfoPage?
InfoPage è la piattaforma che ho ideato per aiutare professionisti e imprese a relazionarsi con il proprio mercato di riferimento. InfoPage è uno strumento che concretizza le attività dei propri social network e facilita lo scambio fra cliente e fornitore.
E’ un social network di nicchia che pensa in grande. E’ in crescita e mi sta dando delle belle soddisfazioni. Ognuno può avere un’infopage dedicata (una in ogni lingua che vuole) per aumentare e tenere in ordine i propri contatti. Per contattarmi questa è la mia
Quale istanze sono venute fuori dal primo incontro?
Non ci sono problemi nuovi ma sempre gli stessi: burocrazia, mercato, inefficienze. Da un lato crea scoraggiamento dall’altro significa che non si può pensare di risolvere vecchi problemi con vecchi metodi. Per questo le persone che scelgono di unirsi in Architettiamoci per Milano sono la testimonianza di un nuovo non solo anagrafico ma anche metodologico modo di approcciare all’Ordine professionale.
Chi altro vorresti si avvicinasse al progetto?
Creativi, positivi, altruistici e con voglia di sfidare il futuro.
Quali gli obiettivi di Architettiamoci?
12 architetti non possono rivoltare un ordine che rimane pur sempre un “ufficio” del Ministero di Grazia e Giustizia… però possono stappare le energie di 12.000 colleghi che oggi rimangono imbottigliati come dei geni della lampada. Ho una grandissima considerazione dei miei colleghi e sento che ognuno di noi può fare la differenza a patto che venga coinvolto nel modo giusto.
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Intervista alla candidata Laura Galli
Intervista alla candidata Francesca De Tisi
Intervista alla candidata Caterina Parrello
Intervista al candidato Alessandro Sassi
Intervista al candidato Ettore Brusatori
Intervista alla candidata Paola Bettoni
Intervista al candidato Angelo Errico
Intervista alla candidata Sara Brugiotti (Sez. B)
Come, quando e dove si vota?
intervista a cura di Irriverender Architetto Bonnì,
Ufficio Stampa e Social Media Manager per la lista “Architettiamoci per Milano”