Come docente di rendering, ho spesso aiutato studenti di scenografia, rendendomi conto che l’attenzione alle luci, alle scene, a ciò che verrà o meno messo a fuoco caratterizza sia il lavoro di renderista che quello di scenografo per il Cinema.
E’ anche per questo che, trovandomi a Roma, ho voluto visitare il set di Cinecittà perché è un luogo che unisce l’Architettura, la mia professione, e quella per il cinema, una delle mie passioni.
Il set di Cinecittà: la sua storia e il suo Architetto
Cinecittà viene fatta costruire da Mussolini nel ’37 per dare opulenza all’Italia e per potenziare il cinema di propaganda.
Era grande sei ettari, come il Vaticano.
Dopo la caduta del fascismo, però, smette di essere usata per la propaganda e viene riutilizzata per i Kolossal.
L’opera è dell’Architetto Gino Peressutti, che “copiò” la struttura dagli studi di Londra, ovvero con un laboratorio per ogni teatro.
Roma era una città ideale anche per l’enorme numero di comparse disponibili. A volte, la “comparsata” veniva pagata con un cestino del pranzo, soprattutto nel caso di profughi dei bombardamenti che a Cinecittà vivevano, e comparivano nei film per ringraziare gli Studios della calorosa accoglienza.
Il set di Cinecittà: gli esterni
Il tempio di Gerusalemme
Uno dei più importanti set all’aperto è quello di Gerusalemme, tratto dai reperti della Giordania. L’autore lo definisce “verosimile“, in quanto ha completato le informazioni mancanti con la sua fantasia. Il portale del tempio ha una “deformazione” che serve a fare una correzione prospettica alle riprese grandangolari atte a farlo sembrare più ampio. I mattoni sono stati dipinti a mano da una vasta squadra di decoratori.
Battaglie Navali e Nazareth
Lateralmente, si trova il grande spazio usato per le battaglie navali e le scene in acqua, con lo sfondo blu (o, a volte verde) che permette di essere sostituito con sfondi creati con la computer grafica.
Procedendo verso sinistra, troviamo ciò che rimane del set di Nazareth, riutilizzato da Checco Zalone per Tolo Tolo, semplicemente ridipingendo alcuni edifici, per dargli un aspetto più adatto alla contemporaneità, ma comunque rustico.
Il set di Firenze e di Assisi
Segue il set di Firenze/Assisi, usato per vari contesti: il film su Caravaggio con Michele Placido, ma anche il Dante di Castellitto che uscirà presto. Lievi cambiamenti trasformano la città e ne permettono un riutilizzo con piccole modifiche. Ciò è possibile perché Cinecittà ha “comprato” i diritti sul set, cosa che non sempre avviene (a volte il set viene demolito e basta).
Altri utilizzi, ad esempio, sono stati quelli del remake di Amici miei ad opera di Panariello, De Sica e Ghini (per cui il set di Assisi si trasforma in Firenze), ma anche quello dei Borgia, di Camelot e di Dr. Who.
Spesso vengono costruiti solo i piani terra o al massimo il primo piano, perché il resto, semplicemente, non viene inquadrato, e anche i ritocchi (che compensano ai danni fatti dagli agenti atmosferici), riguardano solo le parti messe a fuoco.
Inoltre, si usa un trucco scenografico, ovvero all’ingresso delle abitazioni si mette un muro obliquo, dipinto di nero, per non dover “arredare” l’interno.
Il set della Roma Antica
Infine, abbiamo il set di Roma, ideato per Rome, serie tv cancellata dopo la seconda serie per via dei costi, e riutilizzata varie volte. Abbiamo la casa “popolare” romana, la “Insula“, con i muri storti per una correzione prospettica (come nel caso del Tempio di Gerusalemme, già descritto), e la Domus, la casa romana dei Patrizi.
Il set di Cinecittà: gli interni (i teatri di posa)
Seguono i teatri di posa, che servono a ricreare ambientazioni interne o, perché no, anche esterni (hanno riprodotto, ad esempio, Via Vittorio Veneto), compensando i problemi legati alla luce naturale o ai rumori. Infatti, la vicinanza con Ciampino causa, all’esterno, numerosi rumori che tolgono circa 2 ore e mezza al giorno alle troupe televisive.
Il teatro 5 è stato usato da Young Pope, ma anche da Habemus Papam. Ha ampi ingressi per i mezzi, e delle passerelle in alto per i tecnici. In alto, troviamo anche i putrelloni, che servono a sorreggere i cavi per le luci, fondali o altri materiali di scena.
Nei teatri di posa, la luce è solo artificiale. I pannelli delle pareti sono fortemente fonoassorbenti in modo da isolare acusticamente in modo completo.
Il teatro 5 ospita anche trasmissioni come X Factor, ed è stato usato anche da Tornatore.
I teatri, che sono 21, arrivano al numero 22 per “saltare” il 17, numero considerato sfortunato in Italia, soprattutto nel mondo degli artisti.
La sala cinematografica dedicata a Fellini
Il teatro 5, in particolare, era amato da Fellini.
E a Fellini è dedicato anche un piccolo cinema che proietta simpatici cartoni animati sul folklore italiano, tendenzialmente muti o con vocalizzi che richiamano l’idioma italiano, e comprendono personaggi caratteristici come Pulcinella.
In realtà, si tratta di cartoni animati d’Autore, creati da Emanuele Luzzati negli anni ’70, un autore poliedrico (scenografo, animatore, illustratore, ben due volte candidato all’Oscar, per La Gazza Ladra la prima volta e proprio per Pulcinella la seconda volta).
Il set di Cinecittà: il museo
E’ presente anche un museo con le “cere” dei vip più importanti della Dolce Vita romana, molti costumi ed oggetti di scena, un intero sottomarino e un green screen pensato per far giocare i visitatori.
Inoltre, c’è una sala dove si può giocare a doppiare un film come si fosse in colonna separata.
Il set all’esterno: oggetti iconici del cinema
All’esterno vari oggetti di alcuni set: il Buddha di Gangs of New York, la Medea (meravigliosa al tramonto) e un carro ed un cavalluccio dal film Pinocchio del 2002.