Vai al contenuto
Home » Irriverender di Nath Bonnì: Seo Specialist Blog » Linkedin per Architetti, neolaureati e non! Come valorizzarsi sfuggendo a “gavette” sottopagate

Linkedin per Architetti, neolaureati e non! Come valorizzarsi sfuggendo a “gavette” sottopagate

Linkedin per Architetti: innanzitutto… chi sono?

Linkedin per Architetti…perché dovresti imparare da me?
Salve. Sono ArchiTutor, ovvero mi occupo di seguire gli aspiranti architetti dal test di ingresso a tutto il percorso universitario (metodo di studio, aiuto in relazioni, tesine, portfolio, abilitazione), ma anche e soprattutto do orientamento ai neolaureati, in modo che non finiscano nel triste giro delle “gavette eterne” a finta partita iva, e che possano fare personal branding, usando i canali giusti, per promuoversi adeguatamente. Ho lavorato e lavoro tantissimo nella comunicazione, come Seo Strategist e Seo Copywriter da remoto, oltre che nella formazione riguardo al digital marketing, e in particolare per la Seo Per Architetti.
Potete contattarmi per un percorso personalizzato, ma la maggior parte dei consigli voglio darveli tramite questo articolo. Consideratela una forma di attivismo per la categoria, in quanto ho fatto parte anche io dei giovani “sfruttati”, e vorrei che la nuova generazione di giovani si emancipasse da questi meccanismi.
Quindi, fidati, applica i consigli che do in questo articolo, e vedrai che sarai capace di valorizzare il tuo profilo senza inutili gavette decennali da presuntuosi “baroni” che odiano i giovani.

 

Linkedin per architetti: come valorizzarsi al colloquio di lavoro architetto

Linkedin e gli altri social preziosi per un giovane Architetto

Linkedin, social e piattaforme web: come capitalizzarli se sei architetto?

Cosa è un geek se non un nerd che vuole darsi un tono?
Faccio parte di quella generazione, i cosiddetti “millennials”, che hanno avuto internet nella prima adolescenza e ne hanno fatto una passione e un’ossessione.
Alcuni di noi ne hanno fatto anche una professione, e oggi sono i migliori Seo, operatori del social media management, personal branding, net branding, web content management, content marketing, blogging, storytelling, sociologia del contatto filtrato e web 2.0.
Senza arrivare agli enfant prodige come Zuckemberg, la nostra è una generazione che ha fatto del web uno stile di vita, e anche senza farne una professione, tutte le abilità sopracitate possono diventare, se non il fine, il “mezzo” per promuovere la nostra professione, soprattutto nel caso sia una professione tecnica e/o se lavoriamo da freelance.

Non ho mai avuto simpatia per le “cariatidi” di entrambi i sessi che pontificano contro il web quando il vero motivo è che non lo capiscono e non lo hanno nel “dna.
Ci riempiono di paroloni sul come loro (in ben altri tempi), si sono affermati nel lavoro grazie al passaparola, e ci vorrebbero piegati ad una logica in cui per farti un nome devi fare pratica, e magari farla gratis o quasi, in eterno o quasi, da un vecchio professionista che il “nome” se lo è fatto, ma in un tempo in cui i laureati erano pochi ed era relativamente semplice farsi apprezzare.

riepilogo linkedin esempio

Profilo linkedin neolaureato: che strategie usare

Si dice che internet lo abbiano inventato gli introversi, ed è per questo che spesso gli Influencer dal vivo sono impacciati ed insicuri.
Internet ha “democratizzato” la possibilità di farsi conoscere, che è accessibile a chi padroneggia meglio lo strumento, piuttosto che a chi ha altri canali per farsi “un nome”.

L’unico scoglio da superare è mettere da parte una formazione tradizionale e tradizionalista, quella di noi architetti, che ci porta a diffidare da questi strumenti, considerarli “fuffa” solo perché sono fluidi, metamorfici e non richiedono competenze acquisibili secondo percorsi definiti, abilitazioni e patentini (a cui siamo tanto abituati noi che abbiamo studiato discipline tecniche).

E così, al netto delle filippiche contro la modernità dei nostri mentori, internet può essere per noi una risorsa, poiché mette in risalto nel nostre competenze, le nostre visioni ed idee, o, se vogliamo essere alla moda, le nostre “skills”.

Instagram per architetti

E così nasce la figura dell’influencer, spesso una persona molto giovane, un “nativo digitale”, che sa destreggiarsi tra facebook, twitter, instagram e google plus, e tutti i comodissimi aggregatori che permettono di diffondere propri contenuti in tutto il pacchetto di social a disposizione.

Ad un giovane architetto che vuole fare conoscere consiglierei alcuni portali o social che possono sia far conoscere il suo portfolio, sia dargli spunti per migliorare confrontandosi con altri.

Linkedin per architetti: come valorizzarsi al colloquio di lavoro architetto

Le piattaforme migliori: quali scegliere e perché

Il primo portale che consiglio è deviant art, una community storica che unisce artisti “alternativi” di varie discipline: fotografi, renderisti, artisti digitali, pittori, scrittori. Apri una galleria e comunica con gli artisti digitali del tuo settore. Prendi esempio dai migliori.

Il secondo portale che consiglio è Academia.edu. Collabora con gli atenei e ti permette di pubblicare il tuo materiale saggistico in pdf. Puoi impaginare il tuo materiale con un buon software libero come Scribus, e suggerire questo tuo social a coloro che sono interessati a te come saggista dell’Architettura.
Se hai il permesso e hai voglia di farlo, puoi rendere disponibili anche le tue tesi di larea.

Ti consiglio anche Anobii, una piattaforma su cui puoi caricare la tua intera biblioteca personale a tema architettura e di altri temi che ti interessano, con tanto di recensioni e divisione dei libri per categorie, argomento, letti/non letti/in lettura, ed intercettare librerie interessanti simili alla tua.

Consiglio anche Archilovers, unico vero social dedicato interamente al nostro ambito professionale, un vero biglietto da visita virtuale, che ti mette in contatto con i professionisti del tuo settore, creare networking e collaborazioni, e che puoi linkare come portfolio virtuale.

sommario linkedin neolaureato

Anche la piattaforma di Adobe è interessante e ti mette in una rete di colleghi nel mondo della grafica, della renderizzazione e del design. Parlo di Behance.

Utile anche Blender, che permette ad architetti e renderisti di mettere il proprio portfolio (esempio: blender.it/members/irriverender/).

Passiamo ai social “generalisti”….

Molti trovano di giovamento anche Google +, soprattutto per la leggenda metropolitana che vuole che postando i propri contenuti su questa piattaforma, si aggiornino e si indicizzino su google (non smentisco e non confermo anche perché…non lo so).

Ultilissimo anche Twitter se però lo si tiene aggiornato e lo si usa più per notizie di attualità del tuo settore che per altri contenuti (per cui sono più adatti i social e le piattaforme precedentemente descritte).

Su Facebook ha senso esserci come professionista, ma solo con un profilo dedicato, con amicizie mirate, e con una pagina con più di 5000 followers e che abbia uno standard a cinque stelle, contenuti sempre aggiornati e magari programmati per uscite regolari e negli orari caldi. Eviterei di pompare la pagina a pagamento. Sono tecniche più adatte alle aziende tradizionali che ad un freelance che vuole promuoversi.

Instagram è utile per chi ricerca una comunicazione molto visuale, per chi è più interessato al settore grafico e dei render. Considerate che i contenuti da postare su questo social sono pensati per una consultazione veloce e immediata. Non verrebbero percepite delle sottigliezze sulla qualità di una foto d’architettura o di un render. E’ uno strumento che uso poco, ma su cui ho recentemente deciso di essere. Sulla falsariga di Istagram posso consigliarvi Pinterest, Issuu e una serie di strumenti estremamente visuali.

Linkedin per architetti: come valorizzarsi al colloquio di lavoro architetto

Linkedin per architetti: come renderlo efficace

Il social che maggiormente consiglio, e che personalmente sviluppo è Linkedin.
Sento dire spesso che Linkedin non funziona e che “non si trova lavoro”, ma questo viene detto perché lo si immagina come un Monster.it o un Infojobs, quando Linkedin è un social network vero e proprio, o comunque lo è diventato col tempo, ovviamente finalizzato alle discussioni a tema professionale.

Se l’obiettivo è accrescere il proprio personal branding, non importa se si è in cerca di lavoro o lo si ha già, se si è soddisfatti della propria carriera o si cercano nuove opportunità: Linkedin è una risorsa per tutti.

Per chi è all’inizio della sua carriera e per chi vuole cambiare lavoro o settore, Linkedin è un’occasione per “ridisegnare” la propria figura professionale e rimanere aggiornati sul proprio settore o su dei settori che si stanno osservando ed analizzando.

Alcuni di voi si chiederanno che interesse potrei avere io, che custodisco un alto SSI (Social Selling Index) ad aiutare gli altri ad avere successo: non è solo “bontà”: io credo ciecamente nel “net karma”, ovvero quella pratica, premiata dagli algoritmi, di dare informazioni utili alle persone per accrescere la propria credibilità e reputazione. Non credo che se un architetto migliore di me, che per ora è meno visibile di me, dovesse superarmi nella visibilità, ciò sia qualcosa di sbagliato: credo che più gli appartenenti del settore architettura impareranno ad usare bene uno strumento di networking professionale, più ciò sarà conveniente a tutti gli appartenenti alla categoria, e ne migliorerà la visibilità e reputazione della categoria.

 

Colloquio di lavoro architetto: come ottenerne tramite linkedin

La foto non deve essere troppo casual, ma sconsiglio anche di usare una foto troppo seriosa che ci rispecchia troppo poco. Molte persone ci conosceranno solo tramite quella foto, e ciò che scriveremo sarà accompagnato da quell’immagine, quindi deve metterci a nostro agio, altrimenti sarà come quando ci siamo laureati con le scarpe nuove che facevano un male cane e siamo stati male per tutta la discussione della tesi 😀
Se la foto non ci rappresenterà, sarà come essersi presentati ad un colloquio con un abito troppo stretto o scomodo: in pratica quando si compartecipa con una avatar, dietro un monitor, le logiche non sono tanto diverse rispetto a quando si è nel cosiddetto mondo reale.

Per quanto riguarda la scelta del nome con cui farsi conoscere, linkedin è meno rigido di facebook, quindi se siete noti con un nome informatico “di battaglia”, mettetelo pure tra il nome ed il cognome. Ad esempio sul mio facebook compare “Irriverender”, che è il nome con cui google mi indicizza, maggiormente rispetto al mio cognome o ad altri dati personali, e che è il nome del mio progetto da freelance.
Alcuni inseriscono anche il titolo (Arch, Ing, Geom). Linkedin non vede benissimo questa cosa ma la tollera: fate voi le vostre valutazioni, sapendo che il nome puo’ essere cambiato anche più volte, e fate la scelta a voi più congeniale.

Una scelta oculata di nome e foto portano a metà dell’opera, ma devono essere supportati da una grande concretezza dei contenuti del profilo: quindi non abbiate vergogna, e compilate, compilate dettagliatamente mettendo precisi riferimenti ai luoghi dove avete lavorato e dove eventualmente vi referenzierebbero perché hanno un buon ricordo di voi.

Aggiungete ex compagni di scuola, di università, di lavori precedenti, ex capi, ex professori e, mi raccomando, chiedete loro la conferma delle skills oltre che le referenze. Al limite, per incentivarli a farlo, fate anche voi un primo passo e referenziateli: se non avete molta esperienza nel settore in cui operate, o desiderate operare, dovete compensare essendo ineccepibili in tutto il resto.

presentazione linkedin esempi


Capitalizzate le vostre attività extralavorative
. Avete fatto volontariato? Avete curato dei blog o dei forum per anni?
So che avrete la tendenza ad immedesimarsi col capo italiano medio, che discrimina i creativi e coloro che hanno troppi “grilli per la testa”, ma non dimenticate che Linkedin è un portale internazionale, e quindi gli algoritmi sono pensati con logiche “estere”, per le quali essere impegnato socialmente, o essere un blogger, un influencer, un opinion leader, è un quid in più.
Non pensate a quanto queste attività siano lontane dalla vostra professione: alcune capacità acquisite nell’attivismo vi arricchiscono in generale come persone e come lavoratori: team building, problem solving e tanto altro.

Importate la vostra rubrica mail, ovvero le persone già in contatto con voi nella vostra vita reale e virtuale, ma solo quelle che hanno già linkedin, senza rompere le scatole a chi non lo ha. Aggiungete anche chi non è del vostro settore. Anche “vostro cugino” vi aiuterà ad accrescere il numero, inizialmente esiguo, di connessioni della vostra rete. In seguito potrete aggiungere, se volete, gente del vostro settore o dei settori che vi interessa montorare. Aggiungete gli influencer del vostro settore, potenziali colleghi, capi, recruiter, clienti, ma non fatelo finché non avrete sistemato il vostro profilo, o potreste “bruciarveli”.

Non postate troppo, altrimenti avrete dei vecchi bacucchi che vi diranno che state perdendo tempo “al posto di lavorare”.
Ovviamente dicono ciò perché sono vecchi e ignoranti, e non sanno neanche che con un aggregatore potete programmare una decina di post la sera, e “spararli” agli orari più caldi, ma siccome da questi anzianotti dipendiamo (oggi i nostri clienti e capi sono loro, ma non perdiamo di vista i giovani, che un giorno saranno i nostri clienti), cerchiamo di venire incontro alle loro logiche vetuste.

Le energie che dedicavi ai social frivoli vanno spostate sui social professionali.

Il tempo che linkedin e i portali relativi alla crescita professionale richiedono non è inferiore a quello che richiede facebook, ma la magia è che sarà un esercizio di disintossicazione dai social generalisti, che rubano tante energie a chi vuole e deve dedicarle ad altro.
Una volta un mio amico venne a casa mia per essere aiutato “coi social” a cambiare lavoro. Mi diede il suo pc e alla fine del mio operato non gli avevo aperto nuovi social…gli avevo solo disattivato facebook 😀

Imparate a coltivare i vostri social media in modo professionale. Avete presente tutto il tempo che impegnate su Facebook? Mettere like, condividere status, scriverne di vostri…ecco: impegnatelo su Linkedin (che ha le stesse funzioni), e il vostro profilo scalerà le classifiche (e su questo vi consiglio di monitorare sempre le statistiche per vedere come vi piazzate rispetto a ex colleghi, ex compagni di scuola e …cugini).
Postare e condividere su linkedin ha un altro vantaggio: scoprirete che i vostri ex compagni di scuola non hanno combinato nulla. Per anni li avete immaginati più realizzati di voi, e ora considerate che i loro spazi Linkedin, scarni e poco curati, sono già un miglioramento rispetto alla loro triste situazione attuale, quindi potrai renderti conto che non è mai stata colpa vostra: la colpa è della crisi 😀

Facebook è un mondo vasto dove il tema di una bacheca lo fa anche la rete di amici, e se i nostro amici sono tutti, che ne so, buddhisti, alla fine avremo tremila like quando postiamo aneddoti sulla vita del buddha o suoi “aforismi” e nessuno quando parliamo di qualcos’altro: alla fine saremo spinti a parlare solo del buddha e di quanto è bello e appagante essere buddhisti (il rischio dell’alienazione mono-maniacale).
Ecco: su linkedin avrete l’opportunità di dire la vostra sul mondo del lavoro, delineare i vostri punti di vista, vedere chi la pensa come voi, aggiungere o seguire professionisti interessanti, e spiare il mondo del lavoro, le sue dinamiche e i suoi cambiamenti, per ri-modellare il vostro profilo in modo che sia più “sexy” per il mondo del lavoro.

Solo su una cosa vi metto in guardia: state lontano dagli sciacalli della crisi. Non impelagatevi presso guru, santoni, formatori, motivatori, che cercheranno in tutti i modi di illudervi che la crisi non c’è e il problema siete voi. C’è un sacco di gente, o proprio un’intera categoria professionale, che sta lucrando sulla crisi.

Alla ricerca “attiva” di lavoro (bombardamento di curriculum, la maggior parte persi nel mare magno delle proposte di milioni di giovani disperati, proporsi a persone che non ci conoscono, che non ci hanno notato o scelto, incassare dei “no” e dei “silenzi”), preferisco affiancare la ricerca “ricettiva”, ovvero farsi vedere, conoscere, ed attirare l’attenzione in modo intelligente ed educato.
Molti di noi sono impacciati ai colloqui: perché quindi non far parlare, rispetto a chi siamo e cio’ che sappiamo fare, un social professionale?

Ultimo consiglio: costruite un sito personale o un blog (consiglio la piattaforma WordPress). Ormai molte piattaforme permettono di fare siti free e senza approfondite conoscenze di html e altri linguaggi. Fate un bel sitobiglietto da visita, e linkatelo in tutti i vostri social. Già solo farlo, scegliere i contenuti da mettere dentro, e a cosa dare priorità vi aiuterà a auto-orientarvi professionalmente e a capire su cosa volete puntare.

Impegnate qualche mese in questo e vedrete che le opportunità arriveranno, oltre a sentirti meglio voi: ci si sente bene quando si lavora per migliorare se stessi e imparare cose nuove!!!

autore: Irriverender Bonnì, architetto e formatore

 

Leggi anche:

Salva

Salva

Salva

Rispondi

Scopri di più da Nath Bonnì Blog: Irriverender

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading