Vai al contenuto
Home » Irriverender di Nath Bonnì: Seo Specialist Blog » Intervista a Daniele Rosati, prof di tecnologia

Intervista a Daniele Rosati, prof di tecnologia

Intervistiamo il professor Daniele Rosati, di tecnologia nella scuola secondaria di primo grado e content creator della materia.

Daniele Rosati prof di tecnologia

Che percorso di studi hai alle spalle, come mai hai deciso di fare l’insegnante e da quanto insegni?

Ho frequentato il corso di studi in ingegneria dei materiali all’Università di Roma La Sapienza, cambiando al quarto anno verso l’Ingegneria Meccanica per integrare con alcune materie che poi sono effettivamente state fondamentali per il mio proseguo formativo e lavorativo poi, quali il disegno tecnico, l’economia dei sistemi industriali ed una formazione più legata alla gestione industriale e organizzativa.

Ho lavorato per ben 12 anni nel privato. Dopo una breve esperienza progettuale come Ingegnere gestionale in un’azienda metalmeccanica legata principalmente alla produzione di componentistica militare, ho lavorato 11 anni per una grande multinazionale americana dei Semiconduttori (MICRON) che mi ha permesso di vivere anche un’esperienza di 2 anni negli Stati Uniti come loro rappresentante all’interno di un gruppo centrale multietnico che gestiva la pianificazione strategica e operativa.

Nel 2012, tornato in Italia e avendo subito i cambiamenti legati alla transizione aziendale, non trovandomi più a mio agio con la nuova dirigenza, ho cercato di comprendere le opzioni che avevo per spendermi altrove. Provai, quasi esclusivamente per sfida personale a partecipare al concorso del 2012 ed entrai direttamente come docente di Ruolo nel 2015, scopri invece di adorare questo mestiere così complesso.

Come nasce l’idea del sito web/del canale/della pagina?

Entrando nella Scuola da esterno, senza preruolo, con esperienza più digitale che d’aula per così dire, cercai di utilizzare da subito gli strumenti che mi erano più congeniali e con cui ero abituato a lavorare, cercando delle alternative lato education.

Inizialmente utilizzai un Social Learning nato proprio in quegli anni e che aiuto molti docenti a creare e far community, chiamato FIDENIA, un prodotto italiano nato dalla mente di alcuni animatori digitali, utilizzai la piattaforma proponendo diverse attività ai ragazzi che poi mostrai in fase di confermi in ruolo.

Daniele Rosati, prof di tecnologia

Da educazione tecnica a tecnologia: cosa è cambiato, oltre al nome, in questa materia?

Come dico ai miei alunni da arti pratiche e quindi educazione alle discipline pratiche la materia come da semantica significa ora discussione legate alle arti pratiche, per cui più collegata alle scienze, questo almeno credo sia stata la prima intenzione del Ministero quando decise di cambiarne la nomenclatura.

Oggi la tecnologia come disciplina trasversale dovrebbe avere un ruolo più centrale ed importante in questa fase di transizione verso non solo il digitale, ma verso i nuovi approcci metodologici e nell’utilizzo delle nuove tecnologie e nella reinterpretazione delle tecnologie utilizzate già da anni, ma ancora con approcci tradizionali.

La disciplina risulta oggi priva di ore necessarie ad uno sviluppo in tal senso come vettore della transizione così come nell’idea di chi nel Piano Nazionale Scuola Digitale legato alla legge 107 la menzionava nel punto 18 nella rielaborazione del Curricolo di Tecnologia.

Cosa pensi dei tanti allievi di colleghi che usano i tuoi materiali?

Le mie sono collezioni di materiali mie e di altri colleghi che mi hanno lasciato libero di ripubblicarne il contenuto. Credo che sia importantissimo condividere documenti ed esperienze, ma in questa fase di transizione penso sia più importante cercare strumenti adatti alle Scuole che possano ai docenti permettere di gestire comunicazione, documentazione, attività in maniera svincolata dalla manutenzione seppur minima necessaria in un sito web personale, che sia una piattaforma di servizio standard che permetta anche l’uso di funzionalità specifiche per l’education.

Classroom e materiale digitale aggiuntivo: perché c’è tanto scetticismo da parte dei colleghi più “anziani”?

Credo che classroom, intendendo quello di Google sia un ambiente digitale di livello base, nel quale non si possa sviluppare un’esperienza scolastica completa per cui è un ambiente digitale molto limitato. Se poteva essere una piattaforma semplice da utilizzare per attività base di supporto a distanza ora non è più sufficiente a gestire la complessità di un’organizzazione complessa come quella dei Comprensivi e delle scuole Secondarie di II grado, ancora meno per le Università.

Servono delle piattaforme o integrazioni di piattaforme e servizi più di alto profilo e che si possano utilizzare in primis come strumento di comunicazione, poi archiviazione e gestione documentale avanzata, che possano permettere anche in maniera semiautomatica la pubblicazione su siti riservati o repository con accesso agli esterni.

Trovo molto più adatta la piattaforma della Microsoft e l’utilizzo di Teams, il cui punto di forza è proprio di porre la chat al centro come gate di accesso a tutti i servizi, oggi con la possibilità di avere strumenti d’avanguardia sia le i BES (Learning tools) e con la possibilità di avere gratuitamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale del Copilot che assiste anche già in molte applicazioni e gradualmente sarà integrato in tutte.

Alcuni studenti si chiedono a cosa serve la nostra materia: qual è la tua risposta?

La Tecnologia è di base quella disciplina che ci aiuta a capire come l’uomo sta soddisfacendo i propri bisogni, che tipo di soluzioni sta improntando, che processi e lavorazioni sta utilizzando, che risorse utilizza, e come lo fa, dall’ambiente.

Oggi dovrebbe assumere anche il ruolo di vettore disciplinare per la transizione digitale e metodologica nella Scuola Secondaria di I grado.

Rispondi

Scopri di più da Nath Bonnì Blog: Irriverender

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading