Da parecchi mesi ormai si parla di ChatGPT e di altri strumenti che sembra stiano rivoluzionando non solo il mondo del lavoro, ma anche quello scolastico e accademico. In moltissimi Paesi vi è un grande dibattito sull’opportunità o meno di applicare alcune sue potenzialità nella didattica.
Intelligenza artificiale: timori diffusi nel mondo della scuola
Le ragioni addotte dai principali detrattori riguardano in particolar modo due questioni principali: il timore che l’I.A. possa rimpiazzare la professione docente (preoccupazione questa che concerne anche altre professioni legate essenzialmente alla scrittura, come i giornalisti, gli scrittori e gli sceneggiatori) e che gli studenti dispongano di un’arma potentissima per copiare e ingannare i loro insegnanti. Al contrario, i fautori dell’uso indiscriminato delle applicazione dell’I.A. – in realtà ancora in misura largamente inferiore rispetto ai primi – sostengono che i benefici saranno esponenzialmente in aumento rispetti ai possibili aspetti negativi.
Una situazione simile era già avvenuta con l’avvento di Wikipedia e dei primi traduttori elettronici online. Abbiamo visto tutti, poi, come sia stato possibile non solo convivere con queste nuove modalità di acquisizione delle conoscenze e di traduzione da una lingua a un’altra, ma anche e soprattutto come educare le persone e gli studenti in particolare a farne un uso responsabile e critico.
Siamo però ora di fronte a qualcosa di molto più potente e sicuramente ancora piuttosto sconosciuto di quanto avvenuto vent’anni fa circa con la creazione di Wikipedia. Rimandiamo intanto all’articolo “Intervista a ChatGPT di Open A.I.” di Nath Bonnì del 20 dicembre 2022, per avere delle prime informazioni di base. Qui svilupperemo, invece, con opportuni esempi didattici e in modo più analitico, alcuni punti chiave contenuti nella risposta che ChatGPT ha dato all’articolo di Bonnì alla domanda “Io sono anche insegnante alle scuole medie. Mi piacerebbe usare l’I.A. nella didattica. Ti piacerebbe farmi da assistente a scuola?”: “L’I.A. può essere utilizzata per personalizzare i programmi di studio degli studenti, 2. per fornire feedback individualizzati sui loro progressi; 3. per creare ambienti di apprendimento interattivi e coinvolgenti”.
Intelligenza artificiale e didattica: le potenzialità
A quale insegnante non piacerebbe essere in classe tutte le ore con un altr* colleg* per gestire meglio la classe, per programmare insieme le attività didattiche, per organizzare meglio l’apprendimento cooperativo, per governare insieme eventuali problemi di disciplina, per darsi un feedback reciproco e, soprattutto, per condividere il carico di lavoro derivante non tanto e non solo dalla preparazione delle lezioni, ma anche e soprattutto dalla preparazione di materiali il più possibile individualizzate e dal conseguente tempo necessario per la correzione e la misurazione delle verifiche?
Un contesto simile esiste già, anche se in modalità diverse, in quelle scuole superiori di secondo grado dove un docente ‘teorico’ lavora per alcune ore in compresenza con l’insegnante tecnico-pratico (ITP). Qui ipotizziamo invece una situazione completamente diversa, seppure utopica: per contare su un ‘collega’ che insieme a noi conduca e porti avanti tutta l’organizzazione didattica nei suoi vari aspetti della routine di classe quotidiana. Ma aggiungeremo anche un’altra ‘rivoluzione’ per gli studenti: la possibilità di disporre 24 ore al giorno di un ‘tutor privato’ che li possa assistere nella spiegazione di argomenti di diverso genere non ben compresi a scuola, che li aiuti nei compiti a casa, che li prepari in vista di verifiche scritte e orali e, perché no, che svolga un po’ anche la funzione di ‘motivatore’ allo studio.
Completa utopia? Solo in parte. In realtà l’I.A. e alcuni suoi strumenti in primis, il più popolare dei quali risulta essere ChatGPT, ci possono fornire proprio un ‘assistente personale’, anche se privo di fattezze umane e quindi di empatia con gli studenti, che, opportunamente guidato, può alleggerire il carico di lavoro per l’insegnante, coadiuvandolo nei compiti ripetitivi. Nel contempo, tale assistente può essere assegnato a ogni singolo studente come un coach che li supporti nello studio… e tutto a costo zero.
ChatGPT come ‘assistente personale’
Nonostante da tempo nella scuola italiana non esistano più i ‘programmi ministeriali’, i contenuti che solitamente si svolgono nelle singole discipline sono spesso regolati dai libri di testo che gli studenti italiani sono obbligati ad adottare. Tale obbligo non esiste, per esempio, nelle scuole anglosassoni in cui i docenti preparano sempre dei loro lesson plan che adattano alle singole situazioni didattiche. In Italia, invece, soprattutto nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, è piuttosto difficile ‘togliere dalle mani’ dell’ insegnante il libro di testo in adozione e lasciarl* più liber* di crearsi delle proprie piste didattiche.
Nel triennio di scuola secondaria superiore di secondo grado questa libertà si restringe ancor di più, a causa di ciò che poi solitamente ci si aspetta venga proposto dal MIM per la prima e seconda prova degli esami di Stato. Pur non essendoci più i programmi ministeriali, in realtà gran parte dei docenti di triennio si sente fortemente condizionata dai contenuti della prima e seconda prova elaborati dal Ministero, solitamente assegnati come esercitazioni l’anno successivo agli studenti dell’ultimo anno.
Un maggiore margine di autonomia lo si può invece avere nella secondaria di primo grado, soprattutto in quelle discipline, come la classe di concorso A060 ‘Tecnologia’, i cui contenuti possono aggiornarsi negli anni in base ai cambiamenti della società e ai progressi nel mondo del lavoro. Al di là comunque delle singole discipline, vedremo qui di seguito alcuni esempi di come l’I.A. e ChatGPT in particolare possano essere utilizzati dai docenti nella veste di ‘colleghi esperti’, con cui riflettere sulla didattica quotidiana.
App di intelligenza artificiale a scuola
Un discorso particolare va fatto inizialmente sulla didattica per competenze. Da anni si raccomanda di modellare i contenuti disciplinari al raggiungimento di determinate competenze. Non si tratta, quindi, più di chiedere agli studenti la memorizzazione e ripetizione di semplici nozioni teoriche (conoscenze), ma di aiutarli ad applicare tali conoscenze, comunque necessarie, a possibili problemi reali, meglio se extra-scolastici. Si cerca, pertanto, di creare delle situazioni didattiche in cui si presentano agli studenti dei compiti di realtà, in cui essi devono utilizzare le conoscenze e abilità presumibilmente già acquisite per poter risolvere problemi in contesti nuovi, creare dei prodotti utilizzabili da altri o realizzare dei progetti.
Molti libri di testo propongono diversi compiti di realtà, che ovviamente richiedono una certa trasversalità tra diverse discipline. Non sempre, però, tali compiti preconfezionati possono andar bene alla classe a cui si vogliono proporre. Si può quindi interrogare ChatGPT fornendo esattamente tutti i parametri necessari (prompt) per poter avere un output il più preciso possibile. Le prime volte in cui si usa ChatGPT bisogna presentare particolare attenzione ai due limiti che ess* dichiara apertamente: 1. may occasionally generate incorrect information; 2. may occasionally produce harmful instructions or biased content. Docenti e studenti devono quindi essere consapevoli del fatto che l’I.A. può generare informazioni non corrette, fornire informazioni dannose o comunque distorte o di parte.
Ciò significa sinteticamente che non ci si può fidare al 100%. Questo principio deve essere immediatamente condiviso con gli studenti. Credere che si possa delegare totalmente l’apprendimento all’I.A. è, almeno finora, pura utopia. Credere che ChatGPT e simili possano sostituire la professionalità docente o altre professionalità è ancora pura utopia. Tale rassicurazione non deve però annientare la curiosità verso le potenzialità offerte dall’I.A., tra cui spicca la velocità di elaborazione dei dati richiesti, la bontà delle idee e dei suggerimenti forniti e la possibilità di interagire a livelli sempre più approfonditi, fatto che può talvolta portare – e questo lo si deve subito sapere – ad ‘allucinazioni’, cioè a errori macroscopici o asserzioni palesemente contestabili o fuori luogo.
Ma vediamo intanto un esempio di prompt ben strutturato, che ci fornisca qualche idea per realizzare un compito di realtà. Per strutturare un prompt nel migliore dei modi, occorre seguire questi semplici parametri: ‘act as a (role), create a (task), show as (format)’, cioè ‘assumere un ruolo, creare un compito e presentarlo in un formato’, che può essere un semplice testo, come anche un elenco, una tabella, un grafico, un foglio elettronico, ecc. Proviamo quindi a chiedere a ChatGPT: “Sono un insegnante di Tecnologia in una scuola secondaria di primo grado italiana. Trovo difficoltà nel rapportarmi con alcuni studenti tredicenni di una mia classe terza, che presentano parecchie difficoltà di apprendimento con conseguente demotivazione allo studio e comportamento di disturbo in classe. Assumi il ruolo di esperto consulente pedagogico: che suggerimenti mi potresti dare per migliorare la situazione didattica? Indicameli in una tabella sintetica”. Ecco cosa ci produce ChatGPT:
Certamente, ecco una tabella sintetica con suggerimenti per migliorare la situazione didattica con gli studenti tredicenni che presentano difficoltà di apprendimento e demotivazione:
Oltre a questi suggerimenti, è fondamentale mostrare empatia e pazienza nei confronti degli studenti. Ogni studente è diverso, e potrebbe richiedere un approccio personalizzato per affrontare le loro specifiche sfide. Collaborare con i colleghi e coinvolgere gli specialisti dell’educazione speciale può essere utile per sviluppare strategie individualizzate per gli studenti con difficoltà di apprendimento.
Chiaramente da qui possiamo di nuovo interagire con ChatGPT e chiedere maggiori dettagli su alcuni suggerimenti dati e verificarne la bontà e soprattutto l’applicabilità.
Personalizzare attività di studio per gli studenti
Tra i vari suggerimenti forniti da ChatGPT al quesito precedente, leggiamo anche un punto relativo alla necessità di adottare strategie didattiche differenziate. Tale argomento ci potrebbe essere utile per individuare modalità di apprendimento che possano coinvolgere meglio gli studenti ‘difficili’. Chiediamo quindi a ChatGPT delle informazioni ulteriori su tale punto: “Puoi fare degli esempi pratici di differenziazione adatti a due miei studenti con maggior difficoltà, uno disgrafico e l’altro iperattivo? In veste di insegnante con solide competenze psico-pedagogiche proponi dei contenuti di Tecnologia e delle modalità didattiche che possano risultare accessibili e coinvolgenti per questi due studenti”. Questa la possibile risposta:
Applicazione dell’intelligenza artificiale con studenti con DSA
Certamente, ecco degli esempi pratici di differenziazione per due studenti con esigenze specifiche: uno disgrafico e l’altro iperattivo, in una lezione di Tecnologia.
Studente Disgrafico:
Il disgrafico ha difficoltà nella scrittura manuale. Per rendere il contenuto accessibile e coinvolgente per lui, puoi adottare le seguenti strategie:
- Uso di tecnologie assistive: Fornisci al ragazzo accesso a strumenti come tablet o computer con software di riconoscimento vocale e correzione automatica. Questi strumenti possono aiutare a superare le sfide legate alla scrittura manuale.
- Materiali visivi: Utilizza immagini, diagrammi e grafici per presentare le informazioni chiave. Questi materiali possono aiutare il ragazzo a comprendere meglio i concetti senza dover scrivere molto.
- Attività pratiche: Organizza attività pratiche, come la costruzione di modelli o la manipolazione di dispositivi tecnologici. Queste attività consentiranno al ragazzo di partecipare attivamente alla lezione senza dover scrivere in modo estensivo.
- Registro visivo: Permetti al ragazzo di registrare le sue risposte o le sue idee in formato audio o video invece di scrivere. Questo può essere fatto utilizzando dispositivi di registrazione o app sul suo smartphone.
Studente Iperattivo:
L’iperattività può rendere difficile per questo studente rimanere concentrato in classe. Ecco alcune strategie per coinvolgerlo e mantenerlo concentrato:
- Attività interattive: Struttura la lezione in modo che sia altamente interattiva, con brevi burst di attività coinvolgenti. Ad esempio, dopo una breve spiegazione, chiedi agli studenti di lavorare in piccoli gruppi o di fare esperimenti pratici.
- Movimento consentito: Permetti al ragazzo di muoversi leggermente in classe, come camminare intorno alla stanza durante le attività di gruppo o di fare brevi pause per muoversi fisicamente.
- Scadenze chiare: Fornisci scadenze chiare per le attività e utilizza timer visivi o allarmi per aiutare il ragazzo a gestire il tempo in modo efficace.
- Variazione dell’attività: Cambia regolarmente l’attività per mantenere l’attenzione. Ad esempio, passa dalla discussione in classe a un’attività pratica o a una breve presentazione visuale.
- Feedback positivo: Fornisci feedback positivo e rinforzo per il comportamento appropriato in classe. Questo può aiutare a motivare il ragazzo a rimanere concentrato e partecipare attivamente.
Le strategie sopra elencate sono solo alcune delle molte opzioni disponibili per differenziare l’insegnamento per studenti con esigenze specifiche. È importante lavorare in collaborazione con gli specialisti dell’educazione speciale e coinvolgere i genitori per sviluppare un piano individualizzato che sia il più efficace possibile per ciascuno studente.
Dalle prime dettagliate indicazioni fornite nella risposta, è possibile continuamente approfondire il livello d’interazione. Per esempio, per lo studente disgrafico si potrebbero chiedere dettagli relativi al materiale visivo, mentre per lo studente iperattivo si potrebbero chiedere ulteriori informazioni su come organizzare attività altamente interattive e coinvolgenti (si noti l’uso improprio del vocabolo burst nel suggerimento dato, in cui probabilmente si intendeva un’attività di ‘rottura’).
La velocità delle risposte date da ChatGPT richiede un po’ di tempo per valutarne i contenuti, ma la prima sensazione che si prova è quella che si stia conversando con un* ‘collega’ espert*’ che ci propone a una velocità supersonica delle idee didattiche: ogni quanto si possono creare spontaneamente a scuola delle conversazioni simili, tra collegh* della propria disciplina o all’interno di un consiglio di classe? Ognuno potrà rispondere in base alla propria esperienza e al proprio contesto scolastico. Ciò che è certo è che il tono non giudicante di ChatGPT ci esime da probabili situazioni di imbarazzo, di percezione di senso di inferiorità o di superiorità o di scarsa disponibilità al confronto e alla condivisione da parte dell’interlocutore di esperienze, dubbi o semplici richieste di modifica della didattica tradizionale. Il fatto che ChatGPT non abbia emozioni o sensazioni come gli esseri umani da un lato ci può frenare o non piacere nell’instaurare una conversazione con un automa, ma dall’altro può (tristemente) sopperire alla mancanza di dialogo tra collegh* che talora esiste in alcuni contesti scolastici.
Fornire feedback individualizzati sui progressi degli studenti
Esaminiamo ora la seconda risposta che ChatGPT ha dato all’articolo di Bonnì alla domanda: “Io sono anche insegnante alle scuole medie. Mi piacerebbe usare l’I.A. nella didattica. Ti piacerebbe farmi da assistente a scuola?”: “L’I.A. può essere utilizzata per fornire feedback individualizzati sui progressi degli studenti”.
Poniamo questa domanda direttamente a ChatGPT: “Sono un insegnante di Tecnologia in una scuola secondaria di primo grado italiana. In che modo saresti in grado di fornirmi feedback individualizzati sui progressi dei miei studenti?”. Ecco una sua probabile risposta:
Certo, posso aiutarti a fornire feedback individualizzati sui progressi dei tuoi studenti. Ecco come potresti procedere:
- Analisi delle prestazioni individuali: Valuta il lavoro e i progetti degli studenti in base agli obiettivi di apprendimento e agli standard prestabiliti. Prendi nota delle loro competenze tecniche, della creatività, della capacità di problem solving e dell’attenzione ai dettagli.
- Registro di valutazione: Mantieni un registro di valutazione per ogni studente. Questo potrebbe essere un documento digitale o cartaceo contenente i risultati delle valutazioni, i commenti e le osservazioni personalizzate.
- Commenti specifici: Nei tuoi feedback, sii specifico. Indica cosa ha funzionato bene e cosa può essere migliorato. Evita feedback generici come “ben fatto” o “deve migliorare”. Ad esempio, se uno studente ha realizzato un progetto di design, puoi commentare sulla scelta dei colori, sull’usabilità e sulla creatività dell’interfaccia.
- Punti di forza e aree di miglioramento: Sottolinea i punti di forza di ciascuno studente, incoraggiandoli a continuare a sviluppare tali abilità. Allo stesso modo, individua le aree di miglioramento specifiche e suggerisci modi per affrontarle.
- Obiettivi individuali: Discuti con ciascuno studente i propri obiettivi di apprendimento. Questo ti aiuterà a capire cosa desiderano raggiungere e a fornire feedback mirati per supportare il loro sviluppo personale.
- Consigli pratici: Offri consigli pratici su come gli studenti possono migliorare. Ad esempio, se stanno lavorando su un progetto di programmazione, potresti suggerire risorse online, esempi di codice o nuove tecniche da esplorare.
- Valutazione continua: Integra la valutazione continua nel tuo approccio. Osserva i progressi nel tempo e adatta i feedback in base alle necessità in evoluzione degli studenti.
- Feedback positivo e costruttivo: Equilibra i commenti positivi con quelli costruttivi. Fornisci elogi sinceri per i risultati conseguiti, ma non esitare a indicare anche le aree in cui c’è spazio per migliorare.
- Incontri individuali: Oltre ai feedback scritti, pianifica incontri individuali con gli studenti per discutere dei loro progressi. Questo offre loro l’opportunità di porre domande, chiarire dubbi e ricevere consigli personalizzati.
- Coinvolgimento dei genitori: Coinvolgi i genitori nell’educazione dei loro figli, condividendo regolarmente informazioni sui progressi e sui risultati. Questo può favorire una comunicazione efficace e un sostegno continuo.
Ricorda che ogni studente è un individuo unico con diverse abilità, stili di apprendimento e velocità di progresso. Adattare i tuoi feedback alle esigenze specifiche di ciascuno di loro può avere un impatto significativo sul loro apprendimento e sviluppo.
Anche in questo caso, potremmo approfondire la conversazione su qualche punto precedente e verificare fino a che punto ChatGPT può aiutarci nella tematica in questione.
Creare ambienti di apprendimento interattivi e coinvolgenti
Per chi insegna da qualche anno, essere sempre in grado di creare ambienti di apprendimento che stimolino il coinvolgimento e l’interattività da parte di tutti gli studenti è evidentemente quasi impossibile, soprattutto perché ogni classe è formata da studenti ‘unici’, con caratteristiche psicologiche e vissuti molto diversi. Vediamo allora se e come ci può nuovamente aiutare ChatGPT. Ricordiamoci sempre di creare dei prompt molto precisi e dettagliati, rispettando sempre i parametri ‘act as a (role), create a (task), show as (format)’. In realtà l’ultimo, il formato, non sempre è necessario, ma ci può aiutare a dare un layout più appropriato alle informazioni che si vogliono ottenere.
Prompt: ‘Sono un docente di Tecnologia in una scuola secondaria di primo grado italiana. Nelle mie classi ci sono studenti dai 10 ai 13 anni molto diversi fra loro, con stili di apprendimento molto diversificati e con bisogni educativi speciali. Non mi è sempre facile preparare delle lezioni e attività didattiche che riescano a coinvolgere tutti gli studenti, soprattutto quando devo trattare dei contenuti che non sempre risultano d’interesse ai miei studenti oppure risultano essere un po’ difficili da capire. Assumi il ruolo di esperto progettista didattico con solide competenze psico-pedagogiche e crea attività interattive e coinvolgenti, il cui contenuto principale da trattare siano gli impianti elettrici, sotto forma di lesson plan ben strutturato.’
Probabile output:
Certamente, posso aiutarti a progettare un lesson plan coinvolgente per insegnare agli studenti dai 10 ai 13 anni gli impianti elettrici. Questo lesson plan sarà strutturato in modo da soddisfare una varietà di stili di apprendimento e affrontare le diverse esigenze educative dei tuoi studenti. Ecco un esempio:
Titolo della Lezione: Esploriamo gli Impianti Elettrici
Obiettivi della Lezione:
– Comprendere i concetti fondamentali degli impianti elettrici.
– Conoscere i componenti principali di un impianto elettrico.
– Applicare la conoscenza acquisita nella costruzione di un semplice circuito.
Durata: 2 lezioni da 45 minuti ciascuna
Materiali Necessari:
– Lavagna o proiettore per presentazioni
– Cartelloni con diagrammi e illustrazioni
– Materiali per la costruzione di circuiti (batterie, lampadine, fili conduttori, interruttori)
Procedura della Lezione:
Lezione 1: Introduzione agli Impianti Elettrici (45 minuti)
- Introduzione (10 minuti):
– Avvia la lezione con una domanda stimolante: “Dove troviamo l’elettricità nella nostra vita quotidiana?”
– Condividi gli obiettivi della lezione.
- Presentazione Visuale (15 minuti):
– Utilizza diagrammi e illustrazioni per spiegare i concetti fondamentali degli impianti elettrici.
– Sottolinea l’importanza della sicurezza elettrica.
- Attività Pratica (15 minuti):
– Fornisci ai gruppi di studenti una serie di componenti (lampadine, batterie, fili conduttori, interruttori) e chiedi loro di esplorare e fare ipotesi su come creare un circuito semplice.
- Discussione (5 minuti):
– Riunisci la classe e condividi le scoperte degli studenti.
– Evidenzia i concetti chiave appresi.
Lezione 2: Costruzione di un Circuito Semplice (45 minuti)
- Ripasso (10 minuti):
– Inizia la lezione con un breve ripasso dei concetti fondamentali imparati nella lezione precedente.
- Dimostrazione (15 minuti):
– Dimostra come costruire un circuito semplice utilizzando i componenti.
– Coinvolgi gli studenti nella costruzione passo dopo passo.
- Attività Pratica (15 minuti):
– Gli studenti lavoreranno in gruppi per costruire il loro circuito semplice. Sarà utile avere assistenti per studenti con bisogni educativi speciali.
- Discussione e Riflessione (5 minuti):
– Chiedi agli studenti di condividere le loro esperienze e scoperte.
– Rafforza i concetti principali.
Valutazione:
– Osserva la partecipazione attiva e l’interazione degli studenti durante l’attività pratica.
– Raccogli e valuta il lavoro scritto o i disegni dei circuiti dei singoli studenti.
– Utilizza domande aperte per valutare la comprensione individuale durante la discussione.
Questo lesson plan cerca di incorporare una varietà di stili di apprendimento, dalla presentazione visuale all’apprendimento pratico. Assicurati di adattare le attività e di fornire supporto aggiuntivo quando necessario per gli studenti con bisogni educativi speciali, in modo che tutti possano partecipare e apprendere con successo.
Di nuovo, sarà possibile approfondire alcune fasi o attività proposte tramite ulteriori interazioni con ChatGPT mediante prompt chiari, specifici e dettagliati. Chiaramente i contributi didattici che ChatGPT può dare sono molteplici. Vanno però sempre ‘filtrati’ e approfonditi scendendo sempre di più nei particolari, sia per verificarne la qualità sia per sfrondare eventuali ‘allucinazioni’.
Intelligenza artificiale e didattica: conclusioni
L’I.A. è qui per restare. Vietarla a priori è sicuramente la prima reazione che si può avere come docenti, ma compito di chi insegnerà nei prossimi decenni sarà non solo quello di conviverci, ma di studiare e trovare insieme ai propri studenti le modalità più efficaci per poterla utilizzare creativamente, responsabilmente e con senso critico.
Non dobbiamo anche dimenticarci che di I.A. si stanno già occupando, con studi e ricerche, l’Unione Europea e l’Unesco. Per chi volesse approfondire, due documenti di riferimento:
- ‘Regolamento sull’intelligenza artificiale: cosa vuole il Parlamento europeo’, pubblicato nel 2020 e aggiornato nel 2023, https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/priorities/intelligenza-artificiale-nell-ue/20201015STO89417/regolamento-sull-intelligenza-artificiale-cosa-vuole-il-parlamento-europeo
- ‘ChatGPT and Artificial Intelligence in higher education – Quick start guide’, Unesco 2023, https://etico.iiep.unesco.org/en/chatgpt-and-artificial-intelligence-higher-education-quick-start-guide
Attilio Galimberti
(le immagini sono state generate con l’intelligenza artificiale di Zulla)
A quale insegnante non piacerebbe essere in classe tutte le ore con un altr* colleg* per gestire meglio la classe, per programmare insieme le attività didattiche, per organizzare meglio l’apprendimento cooperativo, per governare insieme eventuali problemi di disciplina, per darsi un feedback reciproco e, soprattutto, per condividere il carico di lavoro derivante non tanto e non solo dalla preparazione delle lezioni, ma anche e soprattutto dalla preparazione di materiali il più possibile individualizzate e dal conseguente tempo necessario per la correzione e la misurazione delle verifiche?
Un contesto simile esiste già, anche se in modalità diverse, in quelle scuole superiori di secondo grado dove un docente ‘teorico’ lavora per alcune ore in compresenza con l’insegnante tecnico-pratico (ITP). Qui ipotizziamo invece una situazione completamente diversa, seppure utopica: per contare su un ‘collega’ che insieme a noi conduca e porti avanti tutta l’organizzazione didattica nei suoi vari aspetti della routine di classe quotidiana..
Vorrei fare riflettere e raccontare la mia esperienza lavorativa..
Perché utopica? Questa realtà esiste già, lavoro come itp in completa armonia con il collega, dove vi è alla base una buona comunicazione e programmazione su come impostare il lavoro e dividere il carico di lavoro..compreso poi feedback reciproco..ma naturalmente tutto ciò dipende sempre dalla disponibilità di entrambi nel sapere instaurare un ottimo rapporto di collaborazione in armonia con il contesto.
Cordialmente
Una collega ITP
Grazie per il commento. Utopica perché non tutti gli insegnanti di tutte le materie hanno l’ITP, ma solo alcune discipline di alcuni Istituti. E perche comunque gli studenti non hanno la possibilità di disporre 24 ore al giorno di un ‘tutor privato’. Attilio.
Si tutto ciò può andar bene per insegnamenti pratici come l’esempio fornito dei circuiti elettrici ma quando si insegna in un liceo dove i contenuti sono essenzialmente teorici le cose cambiano