Il 16 Novembre a Milano ci sarà un evento sulla canapa in Edilizia.
Intervistiamo l’Arch. Edmondo Jonghi Lavarini, promotore dell’evento, e l’Arch. Paola Bettoni, esperta del materiale canapa.
Come è nata l’idea di un convegno sugli usi architettonici ed edilizi della canapa?
Edmondo:
La canapa è nel DNA dell’imprenditoria italiana da centinaia d’anni. L’interna umanità usava la canapa per i più disparati usi.
Ci sono prove al carbonio in cui si dimostra l’uso dell’intreccio delle fibre fin dal 8.00 A:C. ossia più di 10.000 anni fa. La tecnologia della canapa italiana diventò fortissima con le Repubbliche Marinare. Tessuti, vele, corde, fin all’uso della carta e dei materiali per l’edilizia, per coibentare e isolare. In Italia si coltivava e macerava canapa ovunque.
Il Sud aveva una fiorente industria e Macerata ne porta ancora il nome.
Con l’avvento del petrolio, e i primi decenni del 1900, la canapa subì un grandissimo boicottaggio: fu paragonata alla droga. Uscirono film, documentari, furono scritti libri e campagne stampa. La propaganda negativa uccise usi e consumi. Le leggi nazionali fecero il resto. Tutta la canapa venne messa fuori legge, con conseguenze distruzione di tutto il comparto imprenditoria, industriale italiano. L’Italia fu data alle fiamme.
Dopo 100 anni, oggi è cambiato lo scenario. Io da architetto, voglio dare il mio contributo per la riscoperta di questo materiale.
Dove, come e quando è la conferenza?
Edmondo:
Giovedì 16 novembre 2017, a Milano, ci sarà un grande dibattito, in cui si approfondisce la scienza e l’uso di questo formidabile prodotto naturale.
Maggiori informazioni possono essere sempre richieste, compilando questa InfoPage.
Quali saranno i contenuti?
Edmondo:
Il dibattito si propone di illustrare ed approfondire la tecnica e la ricerca dell’utilizzo della canapa in edilizia. Partendo dalla valorizzazione dei sottoprodotti agricoli utili alla bioedilizia saranno illustrate le tecnologie e i materiali utili all’architettura contemporanea.
Sarano affrontate le linee guida, la chimica e l’ingegneria per il corretto utilizzo del calcecanapulo sia per la costruzione del nuovo e sia per interventi di recupero con applicazioni pratiche sia in ambito nazionale, europeo e internazionale.
Sarà data ulteriore attenzione agli studio dell’architettura degli interni con esempio di miglioramento della qualità dell’aria indoor.
Grazie ai contributi del Politecnico di Milano ed ENEA sarà illustrata la ricerca scientifica italiana riguardo durabilità, antisismica e sostenibilità ambientale.
A conclusione degli interventi scientifici sarà dato ampio spazio ad una tavola rotonda, al dibattito e alle domande fra tutti i presenti.
Il dibattito è stato come un vero e proprio corso tanto che ha avuto il supporto e il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Milano (7CFP) e dei Dottori Agronomi e Forestali (1 CFP)
Quali sono gli utilizzi agricoli e industriali di questo prodigioso materiale?
Paola:
La canapa (Cannabis sativa) ha molteplici usi che coprono gli ambiti più disparati.
Anzitutto è utilizzata per il consumo alimentare dei suoi semi e dall’olio da essi ottenuto, alimenti dall’altissimo valore nutrizionale.
La canapa è autodiserbante perché le piante di canapa crescono più velocemente delle infestanti e le soffocano. Di conseguenza, la canapa lascia il terreno totalmente diserbato.
Normalmente non ha bisogno di irrigazione e migliora la struttura del terreno grazie all’abbondante e profondo apparato radicale e al rilascio di foglie a fine ciclo aumentandone la fertilità. La pianta è adatta per la bonifica di terreni contaminati da materiali pesanti attraverso un processo denominato “phytoremediation” La canapa è considerata particolarmente adatta allo scopo, in quanto, attraverso il proprio apparato radicale, è in grado di espletare la propria efficace capacità chelante nei confronti di contaminanti come arsenico e rame, oltre che di solventi e pesticidi.
Usi tessili: la fibra di canapa è stata utilizzata fin dall’antichità per realizzare tessuti per accessori e capi d’abbigliamento. È sempre stata utilizzata per realizzare le cime, vele delle navi oltre che i sacchi per il trasporto di caffè e cacao poiché essendo un materiale privo di proteine e zuccheri risulta dal gusto amaro e pertanto non viene attaccato da insetti e roditori.
Agricoltura: Il fusto di canapa truciolato viene utilizzato per la pacciamatura. Essa si effettua ricoprendo il terreno di materiali – ad esempio frammenti di corteccia – utili al fine di mantenere l’umidità del suolo e ridurre così le necessità idriche delle piante, innalzare la temperatura del suolo, impedire la crescita delle erbacce e proteggere il terreno da precipitazioni ed erosione.
Edilizia: In campo edile la canapa viene utilizzata in pannelli come ottimo isolante termico e acustico. La canapa è resistente all’umidità, è altamente traspirante grazie alla sua struttura a celle aperte. Non ha problemi di stoccaggio in cantiere poiché in caso di inibizione accidentale conserva inalterate le proprie caratteristiche una volta asciutto ed è resistente alle muffe. Queste peculiarità lo rendono un materiale eccellente anche par la riqualificazione energetica di edifici esistenti con particolari problemi di umidità. È un materiale realmente eco sostenibile adatto per la bioedilizia, poiché privo di sostanze nocive e trattamenti antiparassitari, quindi sicuro, sano sia per la salute dell’installatore che per i fruitori degli edifici. Ottimo per l’ottenimento di certificazioni di sostenibilità ambientale tipo LEED, abbinato a calce ed argilla può concorrere alla realizzazione di edifici NZEB.
Numerosi altri usi vengono fatti della canapa, che viene utilizzata per la realizzazione di carta di ottima qualità, mobili, trasformata in materiali plastici degradabili, combustibili e numerose altre sperimentazioni.
Quali le tecnologie costruttive si sposano bene con la canapa?
Paola:
La canapa in edilizia può essere utilizzata sotto differenti forme sempre con estrema facilità di posa.
La canapa abbinata all’argilla cruda ha elevate caratteristiche di traspirabilità, regolazione dell’umidità indoor, isolamento termico ed elevate caratteristiche fonoassorbenti e fonoisolanti, tutto ciò tramite la realizzazione di tamponamenti in blocchi di argilla cruda e pannelli di canapa, oppure realizzando contro pareti, controsoffitti e pareti divisorie in pannelli di canapa e pannelli di argilla cruda.
La canapa può essere inserita come materassino fonoassorbente anticalpestio direttamente all’interno dei solai.
A densità superiore può essere utilizzata per la realizzazione di cappotti esterni rifiniti in intonaco di calce.
Diversi prodotti si possono realizzare dall’unione della canapa combinata con la calce come intonaci e blocchi rigidi e leggeri. Questi materiali hanno elevate caratteristiche di isolamento termico acustico e con forte traspirabilità e sono in grado di assorbire la CO2 ambientale.
La canapa negli interventi di recupero…puoi parlarcene?
Paola:
La canapa è perfetta per la riqualificazione energetica degli edifici. Altamente traspirante, utilizzata come cappotto termico esterno e rifinita con intonaco di calce permette la diffusione (traspirazione delle murature) dell’umidità all’interno degli ambienti evitando la formazione di muffe. Avendo la canapa una elevata inerzia termica rispetto ad altri isolanti, si scalda lentamente e altrettanto lentamente rilascia calore. Questo fa sì che negli sbalzi termici tra giorno e notte non si crei condensa sulle superfici del cappotto, evitando la formazione di in estetiche patine biologiche che sporcano la maggior parte degli intonaci posati su cappotti di materiali sintetici.
La canapa quindi si caratterizza per un elevato calore specifico, da cui i benefici in termini di benessere abitativo oltre che per l’isolamento invernale, anche come “isolamento” dal calore nei mesi caldi.
Può essere utilizzata anche nel rifacimento di tetti come isolante termico.
Inserito in una contro parete ricoperta di pannelli in argilla cruda, permette la sanificazione di pareti umide soggette ad esempio ad umidità di risalita, evitando la formazione di sali e muffe. Non assorbe acqua per capillarità.
Oltre a ciò essendo un materiale elastico si adatta ai micro assestamenti degli edifici.
Quali i casi studio nel nostro Paese?
Paola:
In Italia abbiamo un eccellente esempio famoso anche a livello Europeo. Si trova a Bisceglie (Bt) e si tratta di un condominio di 61 appartamenti con tamponamenti in calce e canapa con struttura in cemento armato. Si tratta del più grande edificio realizzato in calce e canapa d’Europa e ha vinto il primo premio del concorso internazionale Green Building Construction Award 2016 nella categoria “Energy and hot climates”.
Ci sono numerosi altri esempi minori di edifici realizzai in canapa calce e/o argilla cruda,
Ad esempio a San Donà di Piave (Ve) è stata realizzata una casa privata con tamponamenti in blocchi di argilla cruda e canapa con struttura in legno.
Canapa e benessere: quali i vantaggi per la qualità dell’aria?
Paola:
I materiali realizzati in canapa sono sani poiché sono esenti dalla presenza di sostanze chimiche nocive, sicuri sia per i posatori che per i fruitori degli edifici. Non si accumulano acari nelle sue fibre, è inattaccabile da insetti e roditori e abbinata a materiali quali calce e argilla inibisce la formazione di muffe e funghi, garantendo la salubrità ambientale.
Canapa: durabilità, ecosostenibilità, e proprietà antisismiche.
Paola:
La canapa è una risorsa infinita una pianta annuale che in soli tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di un bosco in un anno.
La coltivazione di canapa assorbe elevate quantità di CO2 . La produzione di un pannello isolante in canapa comporta un bassisimo consumo di energia primaria, di molto inferiore alla lana di vetro, lana di roccia e all’EPS.
La canapa è un materiale biologico e riciclabile. Il suo smaltimento non richiede particolari costi poiché non è un rifiuto speciale.
Ha un’ elevata durabilità, superiore alle fibre sintetiche che lo hanno sostituito e ad altri isolanti sintetici che dopo dieci anni iniziano a degradarsi e a perdere le loro capacità isolanti.
Il fatto che siano stati rinvenuti antichi manufatti in fibre di canapa come le bende delle mummie egizie, ne è una eccellente testimonianza.
Essendo un materiale leggero ed elastico ben si adatta a strutture antisismiche in legno, ferro o cemento armato. La prossimità con questi materiali non provoca effetti collaterali.
Quali le linee guida per l’utilizzo di questo materiale?
Paola:
In edilizia la facilità di posa dei materiali in canapa è adatta all’auto costruzione. La sua posa non richiede particolari precauzioni e presenza di D.P.I
intervista a cura di: Irriverender Bonnì, architetto e formatore
Il confronto dovrebbe essere fatto a parità di prestazione.
La canapa non possiede prestazioni superiori rispetto alle lane minerali (lana di roccia e lana di vetro per isolamento): queste ultime, infatti:
— hanno conducibilità termica minore (dunque garantiscono un migliore isolamento termico);
— hanno coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore acqueo µ = 1 (pari a quella dell’aria), dunque sono traspiranti esattamente come l’aria;
— sono impermeabili, non imputridiscono, sono inerti e non vengono attaccate da microrganismi;
— hanno la migliore possibile reazione al fuoco (Euroclasse fino alla A1, ovvero incombustibile, risultato che un materiale organico non riesce a raggiungere)
Lana di roccia e lana di vetro (essendo realizzate da comuni risorse minerali, molto spesso derivanti da un riciclo) hanno inoltre un basso impatto sull’ambiente e sono assolutamente sicure, come ricordano le Linee Guida sulle Fibre Artificiali Vetrose, approvate il 10 novembre 2016 dalla Conferenza Stato/Regioni su indicazione del Ministero della Salute.
La ringrazio per il suo commento poiché mi fornisce l’occasione per approfondire alcuni punti.
– La differenza di proprietà isolanti tra lana di roccia e lana di vetro e isolanti in fibra di canapa non ha una rilevanza tale da incidere pesantemente sullo spessore degli isolanti da applicare agli immobili ( conduttività canapa λ= 0,039 W/mK, lana di vetro /lana di roccia = 0,035 w/mk)
Gli isolanti in canapa hanno un’inerzia termica, ossia una capacità di accumulo del calore, maggiore rispetto agli altri isolanti ( calore specifico canapa= 2,3 [J/kgK] lana di vetro = 0,85 [J/kgK] lana di roccia 0,84 [KJ/Kgk]) tale caratteristica aumenta l’inerzia termica del pacchetto murario creando una “difesa” dal calore estivo.
Il materiale in fibra di canapa assorbe molto lentamente il calore esterno e lo restituisce nell’arco di 12/14 ore, evitando che il calore penetri all’interno degli ambienti, caratteristica ottima nel periodo estivo in cui si hanno i maggiori consumi energetici per la difesa dal caldo.
I dati dei materiali citati si riferiscono a prodotti generici. Se si vanno ad osservare i dati dei prodotti realizzati da differenti ditte avranno valori di poco discostati.
– Sebbene i materiali in fibra di vetro e fibra di roccia siano effettivamente traspiranti come la canapa, le colle che vengono utilizzate per la posa di questi materiali sono delle barriere al vapore. Questo fa si che l’umidità all’interno degli ambienti non esca. I pannelli in fibra di canapa vengono incollati con colle traspiranti.
– La fibra di canapa è collaudata da secoli. Le sue fibre sono sempre state utilizzate anche in ambienti estremi, come per le cime delle navi fino alla seconda guerra mondiale. La sua durabilità è garantita perché da sempre utilizzata. Non si può dire la stessa cosa dei materiali in fibre sintetiche che essendo recenti non hanno ancora subito lo stesso collaudo del tempo.
– Il consumo di energia primaria per la produzione della canapa è inferiore a quello delle fibre sintetiche come può notare nel documento realizzato dalla provincia autonoma di Bolzano
(ctr https://www.yumpu.com/it/document/view/12632611/isolamento-termico-degli-edifici-provincia-autonoma-di-bolzano). Oltre a ciò 1 kg di fibra di canapa sottrae 3,8 kg di Co2 all’atmosfera.
– A proposito della sicurezza delle lana di roccia e lana di vetro, riporto testualmente ciò che afferma il Ministero della Salute Italiana: ” Possono dare irritazione di cute e mucose delle alte vie respiratorie. Dal momento che si tratta di fibre dal diametro relativamente grande raramente determinano patologie delle basse vie respiratorie, tuttavia alcune fibre vetrose di diametro molto piccolo (0,5 µm) possono raggiungere il polmone dando alveoliti e modesti ispessimenti pleurici in soggetti esposti a quantità considerevoli. La IARC ha classificato i materiali lana di vetro, lana di roccia, lana di scoria e fibre ceramiche quali “possibili agenti cancerogeni per l’uomo” (categoria “2B”).”
Concludo facendo notare che gli isolanti in fibre sintetiche minerali sono considerati rifiuti speciali.
Ciò comporterà ulteriori costi di smaltimento e un maggiore impatto ambientale al termine del loro ciclo di vita.