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Da Ogilvy a Collier: i maestri del copywriting che ancora insegnano

Nel mondo del marketing digitale si parla tanto di storytelling, branding, funnel e copywriting persuasivo.
Ma molto prima dei social, prima persino di Internet, c’erano già due giganti della parola scritta: David Ogilvy e Robert Collier.
Le loro idee — nate tra gli anni ’30 e ’60 — restano oggi una bibbia del copywriting per chiunque voglia imparare a vendere con le parole.

confessioni di un pubblicitario

 

🧠 David Ogilvy: il copywriter che trasformò la pubblicità

David Ogilvy (1911–1999) è considerato il padre della pubblicità moderna.
Fondatore dell’agenzia Ogilvy & Mather, rivoluzionò il modo di comunicare dei brand più importanti del mondo, da Rolls-Royce a Dove, da Guinness a Shell.

Il suo approccio era scientifico e diretto:

“Il consumatore non è un idiota. È tua moglie.”
Con questa frase celebre, Ogilvy sintetizzava la sua filosofia: il copywriter deve rispettare l’intelligenza del pubblico, studiarlo, comprenderne i bisogni, e solo dopo scrivere.


📘 Confessioni di un pubblicitario: la Bibbia del marketing

Il suo libro più famoso, “Confessioni di un pubblicitario” (Confessions of an Advertising Man, 1963), è un must per chiunque lavori nella comunicazione.
In queste “confessioni”, Ogilvy racconta la sua esperienza nel mondo delle agenzie, ma anche le regole eterne del copywriting efficace.

Tra i suoi principi più noti:

  • Studia il prodotto a fondo prima di scrivere.

  • Sii specifico: i dettagli vendono più delle frasi generiche.

  • Scrivi titoli che catturano subito l’attenzione.

  • Non annoiare mai: l’attenzione si conquista con chiarezza e onestà.

Molti copywriter moderni, da Gary Halbert a Frank Merenda, hanno costruito le loro metodologie partendo proprio dalle lezioni di Ogilvy.

robert collier

💬 Esempi di pubblicità di Ogilvy rimasti nella storia

Alcune sue campagne sono ancora oggi studiate nelle scuole di marketing:

  • Rolls-Royce (1958):
    “A 60 miles an hour the loudest noise in this new Rolls-Royce comes from the electric clock.”
    (“A 100 km/h, il rumore più forte nella nuova Rolls-Royce proviene dall’orologio elettrico.”)
    → Un esempio perfetto di copy tecnico e raffinato insieme.

  • Dove: Ogilvy trasformò un semplice sapone in un simbolo di bellezza naturale, con claim come “Only Dove is one-quarter moisturizing cream”.

  • Guinness: “Guinness is good for you” — uno slogan semplice, quasi ingenuo, ma basato su test reali e storytelling positivo.

Ogilvy era un copywriter, ma anche un analista. Credeva nei dati, nei test A/B, nella psicologia del consumatore.
E in questo, era straordinariamente moderno.


📚 Robert Collier: l’antesignano della scrittura persuasiva

Molto prima di Ogilvy, un altro autore aveva già gettato le basi della scrittura persuasiva orientata al lettore: Robert Collier (1885–1950).

Il suo libro, “The Robert Collier Letter Book” (1926), è una raccolta di lettere pubblicitarie usate per vendere prodotti per corrispondenza.
In un’epoca senza Internet, Collier aveva già compreso l’essenza della comunicazione personalizzata.

La sua regola d’oro:

“Scrivi sempre entrando nella conversazione che il cliente ha già nella sua mente.”

Collier insegnava a conoscere i desideri e le paure del lettore, e a usare il linguaggio per guidarlo verso una decisione.
Un principio che oggi ritroviamo nel copywriting digitale, nelle email persuasive e nei funnel di vendita automatizzati.

 

confessioni di un pubblicitario

🔄 Da Collier a Ogilvy: il filo che lega i maestri del copywriting

Nonostante separati da trent’anni, Ogilvy e Collier condividono una visione:
la pubblicità non è arte, ma scienza applicata alla psicologia umana.

Entrambi credevano che il copywriter dovesse:

  • Studiare i clienti reali prima di scrivere.

  • Parlare dei benefici, non delle caratteristiche.

  • Usare un linguaggio concreto, emotivo e diretto.

Oggi, tra blog, social e intelligenza artificiale, le loro regole restano identiche.
Anzi: con l’AI e i tool di copy generation, capire come pensavano Ogilvy e Collier è il modo migliore per non perdere l’elemento umano della scrittura.


📈 E oggi? Tra AI, funnel e Metodo Merenda

Nel panorama italiano, uno dei divulgatori che ha riportato in auge la cultura del copywriting classico è Frank Merenda.
Il suo “Metodo Merenda” — basato su vendita consulenziale e marketing diretto — si ispira in parte proprio ai principi di Ogilvy e Collier.

Le recensioni sul Metodo Merenda sono spesso contrastanti:
chi lo ha seguito ne apprezza la concretezza e il focus sulla psicologia della vendita,
altri lo ritengono aggressivo o troppo “americano”.

La verità è che Merenda, come Ogilvy, insiste su un punto chiave:
👉 la vendita è comunicazione.
E il copywriting non è un esercizio di stile, ma una competenza strategica.

 

ogilvy copywriter

💡 Cosa possiamo imparare oggi da Ogilvy e Collier

  1. Studia il tuo pubblico come un antropologo.

  2. Scrivi titoli che promettono valore, non frasi creative.

  3. Racconta una storia vera, non un messaggio patinato.

  4. Testa tutto: ogni parola conta.

  5. Fai leva sulle emozioni, ma non ingannare mai.

Il copywriting di oggi — tra ChatGPT, SEO e automazioni — ha nuovi strumenti, ma le vecchie regole del buon senso e della chiarezza restano le stesse.


✍️ Robert Collier, David Ogilvy…

Da Robert Collier a David Ogilvy, il percorso del copywriting è una lunga lezione di empatia, logica e persuasione.
I loro insegnamenti ci ricordano che vendere non è manipolare, ma aiutare il lettore a capire perché un prodotto è davvero giusto per lui.

Le tecnologie cambiano. Le parole giuste, no.


 

robert collier

 

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